All'orizzonte, ancora distante centinaia di chilometri, la Cordigliera. Il vento Pampero ci flagella inesorabile e si insinua attraverso l'abbiglimento da motociclisti. I centri abitati sono piccolissimi: Esperanza, riportato dalle carte, è una cascina con un distributore di benzina
Dopo un interminabile tratto di ghiaia di 200 chilometri entriamo nel Parque de los Glaciares e arriviamo a El Chaltén, pochi abitanti ai piedi del Cerro Torre (la punta aguzza a sinistra) e del Fitz-Roy (quella più alta). Passeremo qui due notti in una estancia un po' spartana, utilizzata per lo più dagli arrampicatori
Giorno di sosta, che ognuno usa a modo suo. C'è chi gira in moto, chi fa trekking fino alla base del Cerro Torre, chi va a cavallo. Su quattro zampe mi sento un vero gaucho, qui il cavallo non è un giocattolo, ma il mezzo più comodo per percorrere un territorio in cui le tracce delle opere dell'uomo sono quasi assenti
La notte del 31 dicembre è stata memorabile: pochi viaggiatori già affiatati, che lontani dal caos nostrano sentono se non la nostalgia, almeno la distanza dalle loro case. Aspettiamo la mezzanotte all'aperto, attorno al fuoco vicino a cui cuoce l'asado. Il mattino del primo gennaio 94 il tempo è bellissimo, si riparte
Ripercorriamo a ritroso il tratto di ghiaia. Per evitare la polvere che stenta a posarsi si viaggia distanziati, fermandosi solo per sgranchire le gambe. Arriviamo a El Calafate, la località più turistica della zona, che prende nome dal piccolo arbusto spinoso dai frutti simili ai mirtilli, che obbligano chi li mangia a tornare in Patagonia
El Calafate si trova sul lago Argentino, il terzo dell'America latina per superficie, noto perchè in esso penetra il ghiacciaio Perito Moreno: il ghiacciaio divide in due parti il lago; dopo quattro-cinque anni a causa degli immissari il dislivello di una parte diventa eccessivo, e provoca la rottura del fronte del ghiacciaio
Si posa per una foto ricordo davanti al ghiacciaio Perito Moreno, il cui fronte è largo dodici chilometri e alto sessanta metri sulla superficie del lago. Il ghiacciaio è solo una delle lingue di ghiaccio che si dipartono dal Hielo Continental, considerato il maggior ghiacciaio al mondo al di fuori dell'Antartide
Il Perito Moreno è vivo: è impressionante sentire i suoni che emette, come gemiti di un essere vivente, e vedere i frammenti di ghiaccio che cadono nell'acqua. Le foto non rendono giustizia al colore del ghiaccio, un blu cobalto che sembra fluorescente. è difficile staccarsi da questo spettacolo.
Da El Calafate partono le escursioni in barca verso il cuore del Parque de los Glaciares. Si fa uno spuntino in uno dei luoghi più pittoreschi, sul bordo di un lago nel quale si bagnano tre ghiacciai che vi disperdono una quantità di piccoli iceberg. Vedremo anche il ghiacciaio Uppsala, il maggiore della zona (trenta chilometri di fronte)
Si va a sud, poi a ovest verso la frontiera col Cile. Il paesaggio si fa più verde e più ondulato. I prati coperti di margherite sembrano distese di neve al sole. Non incontriamo centri abitati, solo fattorie isolate e autosufficienti, fino a Rio Turbio, un paese minerario prima del confine
Una giumenta col suo puledro. Incontriamo più animali che esseri umani: greggi di pecore, cavalli, guanachi (sorta di lama dal mantello rossiccio, soprattutto in Cile nel Parque Torres del Paine), nandù (simili a piccoli struzzi, intere covate che seguono la madre). In un fiordo cileno visitiamo una colonia di pinguini
Su un fiordo del Pacifico, è una cittadina cilena di case in legno con un porticciolo di pescatori. I pochi abitanti che si vedono in giro mi ricordano i personaggi dei racconti di Coloane: marinai, pastori, pescatori che immagino vivano ancora oggi come cento anni fa, sfruttando le poche risorse di questa terra difficile
Trecento chilometri a sud, l'arrivo a Punta Arenas è uno choc: c'è gente, traffico, persino i semafori! Questa è una vivace città portuale di trecentomila abitanti sullo Stretto di Magellano. Memore dei libri di Bruce Chatwin mi chiedo se è questa la banca rapinata da Pat Garrett e Sundance Kid...
Traghettato lo Stretto di Magellano sbarchiamo in Terra del Fuoco, e con una tappa lunghissima arriviamo a Usuhaia, 'la Fin del Mundo', la città più australe della terra, capoluogo argentino della Terra del Fuoco. Per fortuna il crepuscolo è molto lungo: la foto mostra Usuhaia e il Canale di Beagle alle quattro del mattino
Usuhaia, ex penitenziario per detenuti politici all'inizio del secolo, ha ora cinquantamila abitanti. La strada panamericana la raggiunge per terminare a Bahia Lapataia, a pochi chilometri. Un cartello riporta la distanza dall'Alaska, ed ecco nascere un viaggio immaginario, che sicuramente resterà tale...
A Bahia Lapataia ormai sentiamo di dover iniziare la via del ritorno. Impossibile andare più a sud, Capo Horn è un'isoletta, si può solo raggiungere via nave, o sorvolare con un aereo. Dopo le foto rituali davanti ai cartelli si sale verso il Colle Garibaldi, che attraversa le montagne alle spalle di Usuhaia
Dopo le montagne il paesaggio si addolcisce in una distesa di foreste, praterie, laghi. Solo i cartelli che monotonamente ripetono 'las Malvinas son argentinas!' ci ricordano che non siamo in Irlanda. Rio Grande era, oltre a Rio Gallegos, una retrovia nella guerra per quelle isole che gli inglesi chiamano Falkland
Il cielo a nord annuncia pioggia, mentre ci accingiamo a riattraversare lo Stretto di Magellano. Il maltempo che ci ha graziati per l'intero viaggio si scatena nel pomeriggio dell'ultima tappa. Ma che importa! una sensazione dolce e amara, indefinibile, fa sentire che un viaggio unico e memorabile è terminato