Dopo aver ritirato le moto all'aeroporto di Johannesburg e aver dedicato una mezza giornata di visita a Pretoria e dintorni, abbandoniamo la rete di tangenziali trafficate e gli interminabili sobborghi e ci dirigiamo decisamente verso est. L'inverno australe è mite e soleggiato, le strade sono ottime e poco frequentate.
La nostra prima meta è il parco Kruger, uno dei più estesi ed antichi parchi naturali del mondo. Il faccione di Kruger, padre della patria per i boeri, ci accoglie ad uno degli ingressi. Lo stile è quello massiccio dei monumenti boeri che già abbiamo visto a Pretoria, come il gigantesco cubo del Monumento al Voortrekker.
Visitiamo il parco con piccoli bus, le moto nel parco sono ovviamente vietate ma la fauna che incontriamo non ce le fa rimpiangere. Dedichiamo un giorno intero a girellare nelle piste interne al parco, sbirciando nella vita quotidiana degli animali e scattando montagne di fotografie.
Sui curvoni di strade belle come piste ci dirigiamo a nord, il paesaggio è sempre più scosceso. Attraversiamo boschi di conifere e cittadine minerarie trasformate in attrazioni turistiche, come il villaggio di Pilgrim's Rest. Uno dei punti panoramici più belli si chiama God's Window: da una spaccatura tra le montagne appare un'ampia pianura che sfuma all'orizzonte.
Scorci di montagne e corsi d'acqua: il Blyde River
Foto d'obbligo a Louis Trichardt, un paesino che si definisce 'cancello dell'Africa', passaggio obbligato verso lo Zimbabwe, la ex Rhodesia del Sud. Attraverseremo tra poco a Beitbridge il fiume Limpopo, che fa da confine tra i due paesi. L'ultima cittadina sudafricana ha l'incredibile nome di Messina.
I mercatini che incontriamo lungo la strada invogliano alla sosta per curiosare tra gli oggetti
La sosta per il caffè e per sgranchirsi le gambe è un momento sacro per il motociclista, e anche nel nostro viaggio rispettiamo la tradizione. O almeno ci proviamo, visto che il caffè che troviamo qui è solo un lontano parente di un espresso italiano. In compenso bisogna ammettere che in Italia non è facile che ti faccia compagnia una giraffa curiosa...
Arriviamo a Maasvingo. Nei pressi c'è il sito archeologico di Great Zimbabwe, la misteriosa città in pietra scoperta nel 1871 che ha ispirato tra l'altro 'Le miniere di Re Salomone'. I resti di Great Zimbabwe costituiscono il maggior sito archeologico dell'Africa a sud dell'equatore e sono i più grandi edifici in pietra in Africa dopo le piramidi egizie.
Le costruzioni sono disposte in due zone: l'acropoli e la città bassa. Mura curvilinee e scalinate basse non hanno uguali in altre architetture e testimoniano una civiltà che i conquistatori bianchi non potevano attribuire a popolazioni di pastori negri, tanto da boicottare fino al 1980 i ricercatori che ne studiavano l'origine.
Andiamo verso ovest fino a Bulawayo, la città degli Ndebele. Alla fine del secolo scorso Cecil Rhodes sognò un impero britannico che si stendesse dal Sudafrica all'Egitto; ce lo ricorda una scritta in un incrocio del centro. La morte prematura di Rhodes interruppe l'impresa, ma solo dopo la conquista della Rhodesia del Sud (ora Zimbabwe) e del Nord (ora Zambia).
A sud della città visitiamo le Matobo Hills. Queste colline granitiche costituiscono un luogo sacro alle genti africane sin dall'antichità, come testimoniano le tante pitture rupestri. Rhodes volle essere sepolto su una di queste colline, chiamata Visione del Mondo. Il paesaggio è uno dei più belli dell'Africa e la luce del tramonto colora di riflessi dorati le strane sfere di pietra.
Le zone che attraversiamo non sono molto popolate, almeno ai nostri occhi. I paesaggi e la vegetazione non sono più quelli quasi europei del Sudafrica: i baobab spiccano per la loro mole tra la boscaglia come giganti nella folla.
Le cascate Vittoria (o Mosi Oa Tunya, il fumo che tuona) si trovano presso il punto in cui si incontrano Namibia, Botswana, Zimbabwe e Zambia. Il nome è appropriato: lo Zambesi si allarga e precipita per oltre cento metri, con un rombo e una nuvola di vapore che fa emergere arcobaleni dal fondo. Da un punto panoramico si può assistere al tramonto del sole nel canyon.
Vic Falls, la cittadina presso le cascate, è uno dei punti più turistici dell'Africa. Tappa di molti tour organizzati, offre divertimenti per tutti i gusti. Ne approfittiamo per provare il rafting coi gommoni, sulle rapide a valle delle cascate. Sono molto contento di avere scoperto (dopo) che questa è l'università del rafting... adesso so perchè non sento il bisogno di rifarlo!
Entriamo in Zambia e subito lo stato delle strade ci avverte che siamo sempre più nella vera Africa. Sulla strada che ci porta a Lusaka incrociamo una coppia di giornalisti greci su una BMW F650 che stanno percorrendo l'Africa dal Cairo verso Città del Capo. Siamo i primi motociclisti europei che incontrano a sud dell'Egitto.
Lungo la strada incontriamo paesini neri, poco più che villaggi. La gente è povera, ma ci accoglie sempre con sorrisi e cortesia: diventa normale anche per noi scambiare un saluto con tipica cadenza bantù ('gudmòrning, avuàriu?') con l'addetto alla pompa di benzina o con il militare interessato più a sapere tutto di noi che a controllare i nostri documenti.
La strada tra Lusaka e il confine col Malawi è asfaltata ma incontriamo molti cantieri. Per lunghi tratti è più agevole percorrere la pista di servizio ai lati della strada. Costeggiamo a lungo il confine col Mozambico: questa strada in zone quasi deserte consiglia velocità moderate e mette a dura prova l'autonomia delle moto.
Oltrepassato il confine col Malawi arriviamo alla capitale Lilongwe. Visitiamo questa piccola città passando dai mercatini per turisti al mercato locale, pieno di vita e di colori. All'uscita ci troviamo circondati da una moltitudine incuriosita e ripartiamo con le moto tra due ali di folla: evidentemente un gruppo di nove moto non si vede spesso da queste parti.
Il lago Malawi, ex lago Niassa, occupa buona parte del paese. Sulle sue rive, oltre ai paesi di pescatori, ci sono parecchie stazioni balneari di ottimo livello frequentate dal turismo internazionale. Ci riposiamo con una piacevole serata in riva al lago, meditando su com'è dura la vita del motard, zingaro della strada...
Due giovani leoni girano a lungo attorno al nostro lodge, all'interno del parco Mikuni. Dopo averli sentiti cacciare nella notte li vediamo al mattino allontanarsi lungo la strada che di lì a poco dovremo percorrere in moto. Ci auguriamo che i leoni abbiano avuto successo nella caccia notturna e siano sazi...
La pubblicità della Coca Cola ci accoglie all'arrivo a Dar Es Salaam, porto sull'oceano Indiano e capitale della Tanzania. Il viaggio in moto è finito, possiamo spedirle a casa. Noi proseguiremo per la vicina Zanzibar, per goderci le spiagge bianchissime e gli aromi di spezie di questa bella isola tropicale.